Roberto Abraham Scaruffi

Wednesday 30 October 2013

IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

A ogni protesta Hollande fa retromarcia e si prende di incompetente

Per evitare confronti, l’Eliseo fa passi indietro, sulle tasse come sui rom. La presidenza più impopolare di sempre

L'aborto bussa alla Georgetown (SJ)

E lo storico campus ignaziano di Washington apre ai corsi pro choice
SECONDA PAGINA

D’Alema e quel brivido nel ritornare sulla scena come l’araba fenice

EDITORIALI

Spionaggio pasticcione

La confusione di Obama e dei suoi eurocritici sotto il cielo della Nsa
ANALISI

Demografia e mercati, perché far arretrare lo stato dalla Sanità

Londra ragiona su come guadagnare dal settore sanitario, noi cincischiamo su come frenare gli sprechi
INSERTI

La zarina dei rubli

La donna che guida la Banca centrale russa è più popolare di Medvedev, ma a Mosca invidiano la Fed
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Forti col vinto

La fretta di Grasso & Co. sulla decadenza del Cav. infiamma i crisaioli
A chi giova la forzatura antiberlusconiana improvvisata ieri nella giunta del Senato chiamata a formalizzare l’iter sulla decadenza del Cav. dal suo ruolo a Palazzo Madama? Breve riassunto d’una giornata di eccessi: la conferenza dei capigruppo stila un calendario in base al quale l’Aula del Senato non sarà interessata dal caso Berlusconi fino all’ultima settimana di novembre. I grillini fanno i capricci, mentre i due fronti tornano a battagliare.
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Salotti mutanti, forse sì

Corriere, tutto il potere ai manager e le azioni se ne stiano tranquille

Post-Patto, il presidente Rcs invoca un cda di manager indipendenti. L’idea di Provasoli, i dubbi di Bazoli
Il capitalismo finanziario italiano è entrato in una fase di mutazione e cerca ispirazione anche in Gran Bretagna. Il modello dei “patti di sindacato” attraverso il quale pochi azionisti, con relativamente pochi capitali, si sono garantiti il controllo di grandi aziende è stato accantonato negli ultimi mesi sotto la pressione della crisi che ha ridotto utili e dividendi, e in parte per il progressivo disimpegno di attori quali Generali e Mediobanca.
di Alberto Brambilla