Roberto Abraham Scaruffi

Friday 25 April 2014

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Newsletter del 25 aprile 2014
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Mangiar poco allunga la vita? Sì, ma in laboratorio

Numerose ricerche hanno mostrato che varie specie animali - e forse anche i primati, compreso l'uomo - vivono più a lungo e sono più sane se mangiano poco. Tuttavia, questo effetto è stato registrato solamente in condizioni di laboratorio, ben diverse da quelle naturali. Inoltre, la ragione per cui una dieta moderata aumenta la durata della vita è però ancora poco chiara, e non tutti concordano sulla spiegazione più diffusa.leggi l'articolo »
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Out of Africa, le due migrazioni dei primi umani

L'esodo dall'Africa della popolazione ancestrale di esseri umani avvenne in due ondate successive, la prima lungo una rotta costiera verso l'Eurasia del sud e la seconda verso nord attraverso il Levante: dalla prima discendono direttamente le popolazioni australiane, melanesiane, e del Sud-Est asiatico, dalla seconda hanno avuto origine le altre popolazioni asiatiche. È questo il risultato di una nuova analisi di dati genetici e somatici che conferma una delle due ipotesi prevalenti sulla migrazione dei nostri antenati dal continente africano.leggi l'articolo »
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Il talento del macaco per il calcolo simbolico

I macachi sono in grado di eseguire correttamente una somma di simboli quando questi sono associati alla quantità di succo di frutta da ottenere come ricompensa. E' questo il risultato di una nuova ricerca sperimentale che dimostrerebbe l'esistenza di un pensiero matematico, per quanto elementare, anche nei primatileggi l'articolo »
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Variabilità genetica a confronto tra umani moderni e cugini estinti

La variabilità genetica nelle popolazioni di Neanderthal e uomini di Denisova era molto più ridotta di quella presente nell'uomo moderno, indicando che vivevano in gruppi piccoli e isolati tra loro. Inoltre, nei neanderthaliani e nei denisoviani gran parte della variabilità risaliva al periodo più antico e riguardava aspetti fisici, mentre negli esseri umani moderni ha interessato soprattutto geni coinvolti nella regolazione del comportamentoleggi l'articolo »
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Polli e primati hanno la stessa capacità di attenzione selettiva

La capacità dei polli di concentrasi solo sugli indizi rilevanti per raggiungere un obiettivo, ignorando le distrazioni, è altrettanto elevata di quella dei primati, almeno per quanto riguarda i problemi visivi e spaziali. Dato che l'ultimo antenato comune a queste specie risale ad almeno 250 milioni di anni fa, ciò dimostra che i meccanismi neurali che controllano l'attenzione selettiva sono molto antichi e si sono conservati nel corso dell'evoluzione leggi l'articolo »
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Una strategia controintuitiva per combattere la depressione

Stimolando un'area cerebrale già troppo attiva nelle persone depresse, i sintomi non si acuiscono ma anzi si alleviano. Il fenomeno, apparentemente paradossale, è dovuto all'innesco di un processo di feedback simile a quello che regola la temperatura corporea, e apre la strada a nuovi approcci terapeuticileggi l'articolo »
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Chernobyl

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Rumore: basta una volta per rovinarsi l'udito

Un solo concerto rock o un'unica partita allo stadio potrebbero bastare per provocare danni permanenti all'udito. Lo sostiene una nuova linea di studi secondo i quali una singola esposizione a rumori forti - ma non necessariamente assordanti - può provocare la morte di alcune terminazioni non isolate delle fibre nervose che connettono l'orecchio interno al cervelloleggi l'articolo »
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La spiccata intelligenza sociale dei corvi

Un corvo può comprendere la relazione gerarchica esistente tra due consimili solo osservandone le reciproche interazioni. È quanto è emerso da uno studio sperimentale che dimostra che questi uccelli hanno un notevole grado d'intelligenza sociale, riscontrata finora solo nei mammiferi che vivono in gruppi altamente organizzati e gerarchizzatileggi l'articolo »
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Noi e i Neanderthal, la differenza è nell'epigenoma

La prima mappa dei livelli di attivazione dei geni, ossia l'epigenoma, in fossili di un uomo di Neanderthal e un uomo di Denisova ha rivelato che le differenze più importanti con gli esseri umani di oggi riguardano alcuni gruppi di geni che controllano dimensioni e forza delle articolazioni, ma anche un buon numero di geni che nell'uomo moderno sono associati a malattie neurologiche e psichiatricheleggi l'articolo »
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L'inaspettata utilità del cromosoma Y

Il cromosoma che conferisce i caratteri sessuali maschili ospita anche una manciata di geni fondamentali per molti meccanismi di regolazione genica e per la stabilità delle proteine in diverse parti del corpo. Questo risultato, ottenuto da due diversi studi, smentisce i risultati di ricerche precedenti secondo cui il cromosoma Y sarebbe destinato a scomparire a causa della continua perdita di geni nel corso della sua storia evolutivaleggi l'articolo »
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La galassia fossile che racconta l'infanzia del cosmo

Le stelle di una galassia nana vicina alla Via Lattea chiamata Segue 1 hanno meno metalli rispetto a quelle di qualsiasi altra galassia conosciuta. Questa anomalia suggerisce che Segue 1 sia un relitto del cosmo primordiale che offrirà una finestra sulla formazione delle prime galassieleggi l'articolo »
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Un telescopio per monitorare gli asteroidi killer

Negli ultimi quindici anni sono stati 26 gli asteroidi che hanno colpito la Terra, liberando un'energia fino a 600 chilotoni, senza che alcun osservatorio li rivelasse in anticipo. Fortunatamente sono esplosi negli strati più alti dell'atmosfera oppure sono caduti nell'oceano o in aree desertiche, ma alcuni avevano dimensioni sufficienti a distruggere intere città. Il telescopio spaziale Sentinel in progetto dovrebbe permettere di scoprirli quando c'è ancora tempo per deviarli o distruggerli a distanza di sicurezzaleggi l'articolo »
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SISSA: Un superfluido scivolosissimo, così potrebbe essere lo spaziotempo

Comunicato stampa - Se lo spaziotempo fosse un liquido, avrebbe una viscosità bassissima, come i “superfluidi”. Un lavoro che ha visto collaborare la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste con l’Università Ludwig Maximilian di Monaco ha mostrato come dovrebbero comportarsi gli “atomi” che compongono il fluido dello spaziotempo, secondo alcuni modelli di gravità quantistica. Le considerazioni proposte in questo lavoro impongono vincoli molto stretti al verificarsi di effetti legati a questa eventuale natura “fluida” dello spaziotempo, mostrando che è possibile discriminare tra i modelli di gravità quantistica finora sviluppati al fine di superare la Relatività Generale einsteinianaleggi l'articolo »